"... Nella tua lettera trovo il chiarimento del tuo sentire, l'esigenza di svelare le tue immagini liberandoti nell'ispirazione "per affermare la speranza cristiana nella solitudine di una vasta malinconia, tirare fuori cioè dalla morte, l'idea della vita, di quella vita in cui noi crediamo, che è fatta di gioia e di dolore". Così le tue opere scevre dai ricordi materiali, si elevano in preghiere per trovare la pace dell'anima, per ritrovarsi nell'eterno..."

Peppino Piccolo (da una lettera del 1982)

 

"... La padronanza con cui la Pierangelini tratta la materia, le consente di farne uno strumento docilissimo per proporre la sua tematica che si potrebbe definire come una sfida al dolore. Soprattutto le sue sculture sono permeate di un vivo e profondo senso di sofferenza, vissuta con consapevolezza ma senza desiderio di resa. Si direbbe , citando Romain Rolland, che la Pierangelini è "pessimista con l'intelligenza, ma ottimista per la volontà". Il pessimismo nasce da una visione della realtà priva di illusioni ed è la lucida coscienza delle inevitabili prove che l'essere umano subisce. L'ottimismo deriva dalla fiducia nelle possibilità di affrontarle e superarle..."

L. Govoni, "Voce del Sud", 15 maggio 1982

 

"... L'opera di Silvana Recchioni è alquanto unitaria e si presenta nelle varie tecniche con una sua padronanza pluriespressive, sia nella grafica che nelle terrecotte, sia nelle formelle che nei bronzi, sia negli argenti che nei mosaici. Attraverso il segno grafico, che trasforma l'elemento lineare in una forma spaziale e che indirizza e precede la struttura grafica (anche se quest'ultima dispiega più compiutamente il procedimento usato dall'artista), si ha la possibilità di individuare le sue scelte formali e soprattutto di cogliere una evoluzione che partendo dalla superficie piena senza spazio, della sua grafica, di ascendenza classica, perviene alla curva iperbolica di quella Cena appena delineata dal carboncino, bloccata dalla forma cubica delle figure, eppure tesa verso una tensione univoca e centrifuga, perché il vettore dinamico che muove l'espansione è fisso ed immutabile. Tutta l'opera di Silvana Recchioni mette in evidenza una forma in espansione barocca, che da lineare diventa spaziale, oppure un blocco ovoidale, che da tensivo aspira all'organico. Ed è interessante vedere il grappolo umano della Crocefissione basata su una espansione costruita e disegnata, mentre il nudo accovacciato di donna, bloccato a tutto tondo, ritrova la tensione in sé stessa e nel rapporto di forza che partono dall'interno, mentre non di rado lo scorporo della materia (individuata da Prampolini e molto usato da Melli) ristà ad indicare la presenza della ombre, quando cioè su una struttura plastica in espansione si inseriscono elementi pittorici veri e propri..."

Luigi Tallarico, "Il Secolo d'Italia", 31 marzo 1982

 

"... La scultura sacra sembra ormai cosa di tempi passati. Oggi l'arte è spesso lontana dalla religione Una donna invece, Silvana Recchioni Pierangelini, ha restituito all'arte sacra il suo giusto valore. La sua arte inconsueta per una donna, è stata apprezzatissima il giorno del vernisage alla Galleria "La Pigna" di Roma. La sua arte è stata definita perfino "maschile" per indicare il vigore e la forza che la contraddistingue, ma alla possanza di mani maschili - ha scritto Aurelio Prete nel catalogo di presentazione - unisce la delicatezza sua particolare". Qualcun altro, come Peppino Piccolo, ha definito la sua arte quasi "una preghiera, plasmata con sapiente coraggio". Molti i critici d'arte che hanno reso omaggio a quest'artista così diversa da tutte le altre..."

Ettore G. Mattia e Myrna Lepri, "Vita", 31 marzo 1982

 

"Una personale di Silvana Recchioni Pierangelini si è tenuta ai primi di Aprile alla Galleria "La Pigna". Nell'opera della scultrice si è di fronte a una intensa narrazione dei drammi dell'uomo moderno, il dolore, la solitudine, i limiti della ricerca e della conoscenza, lo slancio mistico e la paura d'amare. Ma ciò che lega l'insieme della costruzione della Pierangelini, è il sentimento della creazione, l'amore alla gerarchia e dei valori e alla loro inscindibile armonia spirituale. Il movimento che lei imprime nelle immagini ad alto rilievo e a tutto tondo, specialmente nei volti, è tensione verso l'eterno, verso il compimento. E c'è una fondata speranza, radiosa, che si proietta dalla sua "Via Crucis", dove - ci sembra - Pierangelini raggiunge il momento creativo più alto e più puro, abbinato all'altro della "Cena del Signore". Silenzio, comunione gioiosa, e lunga attesa del rivelarsi della gloria del Risorto Signore: sono parole d'ordine e lettura cristiana degli avvenimenti umani. In un contesto di evidente sacralità l'artista pare abbia scolpito il silenzio - silenzio dell'incontro, silenzio dello sguardo, silenzio della presenza di Gesù e della sua madre sulla via del calvario. E c'è, ancora, una dolcezza di angeli - dimensione escatologica - e una tenera compassione di donne - dimensione nuziale - che prelude al mondo nuovo, inaugurato dalla resurrezione di Gesù..."

Giuseppe Coluccia, "Avvenire", 25 aprile 1982

 

"... Sono opere di scultura e disegni facenti parte di una "via crucis", altre ispirate alla donna nelle sue espressioni non solo di madre ma anche di compagna dell'uomo. Le opere grafiche spaziano in temi differenti e lontani. Un segno incisivo molto vigoroso nei ritratti e nei temi sacri. Più dolce, quando Silvana Recchioni rappresenta la donna pensierosa o nell'affetto per i suoi cari.
Un'arte mistica potremmo definirla, certamente personale anche se i temi che lei tratta hanno una validità universale. Una ricerca che va oltre l'indagine estetica ma vuole trovare il bello in tutti gli avvenimenti della vita sia nel ricordo del passato e della tradizione sia nella speranza del futuro. Conosce tecnicamente le suggestioni dell'arte attuale, ma preferisce l'indicazione delle cose tenendo conto dello spirituale con agganci alle forme estetiche delle realtà.
La sua spiritualità sottolinea la funzione quasi sacerdotale dell'artista che lavora su temi sacri. È la più chiara dimostrazione che si può essere artisti completi avendo sempre presente la speranza cristiana.
"Veramente per le opere di questa scultrice l'arte è un colloquio con Dio..."

Toni Bonavita, "Il Tempo", Roma, 27 maggio 1982

 

"... E' un artista singolare e quanto mai vigorosa, disegnatrice scavata, la cui opera tutta non tarderemo a definire ‘magistrale'..."

Aurelio T. Prete "Giorni del Lazio", Roma, 9 marzo 1983

 

"... La produzione artistica mette in primo piano l'originalità, è dominata dalla materia, materia che si fa scenario, si fa dramma per accentuare e cogliere drammi universali insiti all'uomo. È l'uomo ricercato alla maniera di Diogene, attuale con i problemi connessi all'amore, all'eros, alla solitudine. La solitudine dei giorni nostri viene assimilata nelle sue opere ed elevata al rango del sentimento più puro e perfetto in quanto alimentato dall'amore stesso..."

Franco Cajani "Il Cittadino", Monza, 16 aprile 1983

 

"... Si misura su un'ardua tematica religiosa, con profonda ispirazione evangelica e vigorosa, toccante intensità espressiva..."

Piero Franceschetti "La Voce dei Berici", Vicenza, 15 maggio 1983

 

"... E' un esempio di tematica figurativa che pur fissando un avvenimento non vuole essere esclusivamente legato ad uno stato di interiorità, ma lascia libertà di interpretazione che si evolve dalla sfera specifica e tende a spaziare..."

Antonio Cantamesse, "Canale 6 - Rubrica: Invito al Collezionismo", Milano, gennaio 1984

 

"... Una testimonianza di fede e l'affermazione di una sensibilità non comune ed improntata ad una coralità e ad un ritmo e che dietro le immagini si debba ascoltare un canto..."

Alberico Sala, "Canale 6 - Trasmissione Galleria Personale", Milano, 9 giugno 1984

 

"... Dialoga con l'arte e se ne avverte il segreto in questo itinerario, all'eterno del tempo, in un desiderio di infinito . Nelle sue opere domina una costante chiarezza e la forza dell'animo. Vedo i canoni del passato e gli acquisti del presente in una personale intuizione delle cose, nata da un sentimento della vita, sbocciata, oltre che dalle esperienze personali, dall'odierna realtà sociale e religiosa..."

Giovanni Fallani, "Casa di Dante", Roma, marzo 1985

 

"... Si può parlare di un Neobarocco, purché si riconosca essere interiore anziché volto a far strepito con la meraviglia al posto della quale v'è un impetuoso slancio alla trascendenza ed un abbandono di un umano ultraterreno..."

Gualtiero Da Vià, "Osservatore Romano", Roma, 5 aprile 1985

 

"... La mostra evidenzia quanto i diversi stati d'animo di differenti periodi di vita influiscano non solo sulle tematiche , ma anche sulla voce stessa dell'autrice..."

Peppe Romano, "Avvenire", Roma, 7 aprile 1985

 

"... La tensione lirica compendia i diversi momenti dell'espressione , sicché l'artista riesce a far vibrare le consonanze tecniche e spirituali per legarle al risultato ultimo dell'espressione . Tutto è dettato dal rispetto di una tecnica disciplinata dell'espressività, che si fa palpito d'amore e di poesia, nell'ambito degli eventi spirituali e rappresentativi. La polivalenza espressiva dell'artista è pari all'interazione dei motivi usati nella pratica dell'arte e mossi dalla natura umana o degli avvenimenti sacri e divini..."

Luigi Tallarico, "Il Secolo d'Italia", Roma, 11 Aprile 1985

 

"... Realtà e dramma, grazia e tentazione, pathos e mistero, vivificano le sculture di Silvana Recchioni, ne fanno uno strumento di carità..."

D. G. Cappelletti, "Verona Fedele", 20 Aprile 1986

 

"... La linea contorta e a volte travagliata, le grandi aperture di spazi danno il volto del nostro tempo, tormentato e bramoso. La croce luminosa che appare sullo sfondo e gli angeli trasparenti e tenui sono il segno di speranza per la nostra società..."

P. Giovanni Speciale, Rettore Seminario Vescovile, Caltanisetta, 1988

 

"... Disegni , acquerelli e sculture, queste ultime a tutto tondo o bassorilievo, sono le opere nelle quali Silvana Pierangelini Recchioni trasfonde la sua estrema sensibilità..."

Antonio Oberti. Enciclopedia d'Arte Internazionale "Arte Italiana per il Mondo", Torino, 1989

 

"... I suoi angeli si esprimono in foglie d'aria, quali polmoni esterni che nell'acquatinta grigio azzurra si diluiscono fino a imparentarsi col nitore dei fogli di supporto e in rade e guizzanti chiome ...foglie e chiome che si sprigionano da membra in accennate e silenziose movenze...". "Persino nel Lucifero che precipita dal paradiso dantesco, illustrando il canto XXIX della celebre edizione curata dal Poligrafico dello Stato, fa affiorare il puro spirito "principio del cader" e diventa tutt'uno tra membra, chiome, foglie d'aria che si immergono nella tenebra abissale..."

Arch. Padre Angelo Polesello. Galleria "La Cupola", Padova, 6 dicembre 1990

 

"... La linea prende il posto del colore, ma, paradossalmente, superandolo e affrontandolo in valenze ritmiche e comunque quantitative (lunghezza d'onda?)...Fa capolino l'ironia, a temperare il rischio che la dolcezza divenga sdolcinatura...Queste mani, che vorrebbero fermare una realtà foliacea e magmatica, istintiva e sfuggente..."

Mauro Bartolo. Roma, Santa Maria in Montesanto, una domenica di dicembre del 1992

 

"... Acquerelli, disegni, sculture di tipo essenziale. Essenzialismo che si pone come mimetico della realtà, riproducendo la figura umana nel suo rapporto con il mondo, un mondo sottinteso, sussurrante, spirituale, che pulsa e aleggia intorno alle figure rappresentate. Ci troviamo di fronte ad una poetica del sentimento, a un lirismo del reale . L'arte di Silvana nasce e si sviluppa in luoghi appartati e segreti, non ha bisogno di incentivi al di fuori delle pulsioni interne che la governano. Dal suo intimo l'artista, la donna, trae la linfa vitale che traspone nelle sue opere. da qui scaturiscono atteggiamenti che aggirano le miserie del quotidiano..."

Teresa Triscari Ilardo, Praga, 1992

 

"... Un itinerario importante nella vita della Recchioni è quello dell'arte sacra . Se in tutta la sua opera, la figura umana non è mai circoscritta negli angusti orizzonti di una vicenda terrena perché anche negli eleganti nudi femminili, vi è una intensa interiorità rimarcata dal rosso vivo che li avvolge, mi pare che la migliore espressione della Recchioni vada ricercata nelle tante vetrate, nei tanti mosaici o affreschi delle chiese italiane che portano la sua firma. In quelle pareti vi è un messaggio religioso intenso, leggibile dai semplici di cuore e dai raffinati cultori d'arte, un messaggio mai banale, mai superficiale, diretto al cuore ed all'intelligenza di una umanità distratta che ha bisogno di essere richiamata alle proprie radici e alla propria vocazione..."

Guido Bernardi, Presidente Onorario Nazionale Unione Cattolica Artisti Italiani, Roma, 1992

 

"... Per Pierangelini S. Recchioni il discorso andrebbe puntato, ma ci vorrebbe un saggio lungo, sull'angeologia nell'arte. Tema antico, da prima della Bibbia e del Corano, da prima dell'uomo forse, se l'uomo è angelo in discesa... Bronzo da carezzare anche con gli occhi i suoi nudini. Il sacro è cristianamente profano, nel senso di tenerezza totale della figura umana. E' disegnatrice salda e solare..."

Giuseppe Selvaggi, "Il Giornale d'Italia", 20 dicembre 1992

 

"La sua arte è ambigua e polivalente nel senso che vuole riprodurre sia la fragilità dell'essere in generale che la condizione femminile in particolare con la sua capacità creativa, con tutto il suo fascino, il suo indiscutibile potere di attrazione, il suo desiderio di crescita in seno alla società e la sua naturale ricerca della felicità non priva di dubbi e turbamenti".

Anna Iozzino, 1994